Elisa Traverso Lacchini

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Elisa Traverso Lacchini Se il mio sole brillasse di notte

Licinia Visconti ha affrontato con questo video la produzione pittorica, cui ultimamente si aggiunto anche l’interesse per la decorazione su ceramica, di Elisa Traverso Lacchini e ha cercato di porre in evidenza come le sue opere consentano una duplice valutazione critica: l’immediata evidenza del suo splendore cromatico, anarchico nei riguardi dei dettami scolastici ma generatore di una interessante dialettica dei contrasti, ed i significati che spesso vanno oltre l’immagine, soprattutto nella serie dedicata ai tarocchi, che presenta i volti delle dame impressi sulle carte da gioco, quelle carte che da sempre sono servite a penetrare i segreti di mondi ascosi e misteriosi o a divinare il futuro. Nel loro regale splendore questi volti immobili, ieratici, dai grandi occhi fissi nel vuoto e dai sontuosi copricapi che riconducono a perdute stagioni del mondo, si propongono quali itinerari verso l’arcano. Un arcano ripreso nella serie dedicata alle metamorfosi, che non richiamano tanto la classicità ovidiana quanto piuttosto l’eleganza di segno propria ai Nabis e alla loro delicata gamma di tinte sfumate, che nelle mani di Elisa Traverso Lacchini si trasforma nello strumento adatto ad esprimere una fervida dinamica incentrata sulla fase di trapasso della fanciulla in fiore negli elementi vegetali che costituiscono il risultato di quello straordinario processo. 
Una serie di grande interesse sul piano dell’invenzione e della fantasia cromatica è dedicata ai pesci, raffigurati con abbondanza di particolari che con procedimento sottile realizzano la trasmutazione del vero in una eccezionale quanto improbabile galleria ittica che una squillante tavolozza trasforma in uno straordinario e personale acquario. I pesci di tale acquario savonese potrebbero essere considerati una esercitazione oziosa, ma simile valutazione costituisce un errore anzitutto perché dimentica l’origine della pittrice, nata ai bordi del mare, al quale ha voluto tributare un omaggio originale dipingendo non la sua superficie ma quanto le sue onde nascondono. In seconda e più importante istanza occorre ricordare che la pittura odierna ha cancellato le gerarchie dei soggetti accreditando qualsiasi creazione a condizione che essa venga giustificata sul piano dell’eccellenza tecnica. 
Peraltro, sia pur con frequentazione sporadica, l’artista ha dedicato al mare altre tele più tradizionali, raffiguranti barche e navi all’approdo con uno spirito descrittivo che si conclude sempre in un che di misterioso e di eccezionale. 
Il senso del mistero, l’amore per il simbolo, la citazione di realtà occulte sono la vera dimensione della poetica della pittrice savonese, adusa ad intrattenere fitti dialoghi con creature e presenze poste ai limiti della realtà. Ciò avviene anche quando delinea figure di fanciulle raffigurate in atteggiamenti di somma concentrazione spirituale e abbigliate con vesti assai particolari, dipinte con minuzia fiamminga. Vien da ricordare aree oscure del pensiero greco, ben lungi dalla pretesa olimpicità che scuole di filologi hanno per decenni erroneamente accreditato. Le fanciulle della Traverso Lacchini sembrano invece ricondurre alla tradizione orfica che un’élite intellettuale ellenica ha a suo tempo alimentato quale elemento di contrasto alle divinità tradizionali. In questo àmbito la donna è la portatrice del mistero e solo in armonia con essa è possibile procedere sulla strada che conduce alle verità ultime. 
Aldo Maria Pero, novembre 2014