Elisa Traverso Lacchini

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Marco Pennone - 2009 - Elisa Traverso Lacchini: Lavoro ed arte 1965-2009

Spotorno, la bella località della riviera savonese amata da Lawrence e da Sbarbaro, segna per Elisa Traverso Lacchini l’incipit, nell’ormai lontano1965, presso la “Galleria Baguttino”, di una lunga carriera artistica che, proseguendo negli anni Settanta con personali e collettive, ha registrato una pausa negli anni Ottanta, una ripresa nel decennio seguente ed una più sicura affermazione in questo primo scorcio del nuovo secolo. E come poteva la nostra amica Artista, dopo ben 44 anni di attività, non ritornare nel luogo degli esordi? Una tappa direi obbligata, vista la disponibilità dell’ampia sala espositiva di quello storico “Hotel Palace” che in anni ormai avvolti dal mito vide la presenza di D’Annunzio e lo svolgersi del prestigioso premio “Bagutta Spotorno”.
Eleganza, armonia, equilibrio, fantasia, originalità…: molti sono i vocaboli atti a definire la cifra stilistica della Traverso Lacchini, la quale con studio continuo e con lavoro assiduo ha affinato sempre più i suoi “ferri del mestiere” ed ora, con giusto orgoglio, ci può regalare questa summa antologica che spazia sulla sola attività pittorica (ma ricordiamo per inciso che l’Artista è anche un’ottima disegnatrice ed una originale grafica).
Si va, così, da Hydra”, quadro degli anni Sessanta che ritrae un’isoletta greca visitata durante il viaggio di nozze, ad una “Rada di Vado” dei ’70 con le demolizioni navali che sarebbe senz’altro piaciuta a Renzo Bonfiglio (e ce n’è un’altra dei ’90, in cui si vede come nel frattempo è mutato il paesaggio), si prosegue con un armonico “Borgo di Zinola” dell’88, raccolto intorno alla chiesa neogotica monocuspidata e con un coevo, intimista e romantico “Ragazza che disegna”, fino ad arrivare alle creazioni di questi ultimi anni e, anzi, di questi ultimi giorni: opere che vedono la luce nella luminosa e tranquilla atmosfera di una soffitta- studio con vista aperta sul mare dove Elisa si ritira per creare (e quale posto potrebbe essere un migliore buen retiro di questo?).
Diamo un rapido sguardo alle opere più recenti (2005-2009), che formano il grosso di quelle esposte a Spotorno… “Madre Terra”, in due versioni, appartengono a quel ciclo fantastico delle “Trasformazioni” a cui la pittrice dedicò un’intera ricca mostra alla “Sala Nervi” della Provincia di Savona, e per le quali io feci riferimento alle “Metamorfosi” ovidiane rivisitate in chiave simbolico-onirica. Allo stesso filone si riconducono la donna trasformata in pianta, icastica allegoria dell’autunno, “Malinconia”, con il viso celato fra le foglie, “l’Uomo-Pesce”, una sorta di pagano dio del mare, e la teneramente cristiana “Madonna della Colonna” che emerge da un tronco (e qui i riferimenti simbolisti abbondano).
Di grande impatto visivo è la moderna allegoria con la donna nuda in primo piano e sullo sfondo la città di Genova, che è stata esposta allo Sheraton Hotel presso l’aeroporto del capoluogo ligure. Altrettanto d’effetto sono le “Tre Regine” in cui la pittrice ha saputo fondere mirabilmente il decorativismo bizantino,il preziosismo delle icone russe e la giocosità di un Luzzati. Lievi, giocosi, aerei, accattivanti i quadri in cui si dispiega la libera fantasia dell’Autrice, che inventa una serie di paesaggi fantastici,di uccelli-fiori, di uccelli preistorici, di boschi da fiaba, di panni stesi al sole, di volti di donna… Un pizzico di inquietudine è invece in “Paura”, con quei quattro profili sovrapposti che guardano l’orizzonte, in “Pensieri”, in “Probabili indizi”(con le tre teste nascoste). Puro divertissement è infine la serie di banchi di pesci armonicamente, quasi musicalmente disposti sulla tela.
Insomma, i quadri della Traverso Lacchini ci riservano sempre delle sorprese, sono capaci di additarci orizzonti che stanno in genere celati nei meandri della mente, di rompere la corteccia del quotidiano, di andare oltre la banalità ripetitiva di una grigia esistenza rivelando così quel valore magico dell’Arte, quella poesia che è nascosta dietro un volto di donna, un volo d’uccelli, una foglia che cade… Ogni quadro dell’Artista sembra che liberi un’energia nascosta nella tela grezza,nell’impasto della tavolozza,nella terra, nell’aria, nell’acqua, nel fuoco… E prende così forma, e si trasferisce a noi fruitori per suscitare a sua volta la nostra fantasia, in un interscambio continuo di sensazioni e di emozioni creative: il che dovrebbe essere il fine dell’Arte pura, quell’Art pour l’Art scevra da condizionamenti ideologici e materialistici.

 

MARCO PENNONE

   
 

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